Studio Venturin Elaborazione Dati

La proposizione dell’istanza di accertamento con adesione può essere effettuata solamente per gli atti specificamente individuati dalla relativa norma. Tuttavia, i benefici di natura processuale non sono limitati solo a detti provvedimenti. La sospensione di 90 giorni del termine per proporre impugnazione, infatti, è estesa all’atto di contestazione delle sanzioni, anche se adottato e notificato separatamente dall’avviso di accertamento, purchè la violazione finanziaria contestata, integri una condotta materiale strumentale all’evasione dell’imposta accertata. A chiarirlo la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 20460 depositata il 30 luglio 2019.

Con riferimento all’imposta di registro, il decreto ingiuntivo ottenuto nei confronti del debitore dal garante che abbia stipulato una polizza fideiussoria e che sia stato escusso dal creditore è soggetto all’imposta con aliquota proporzionale al valore della condanna. Lo ha reso noto l’Agenzia dell’Entrate con la risoluzione n. 70 del 30 luglio 2019 con cui ha ripreso l’orientamento espresso dalla Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, nelle sentenze nn. 18520/21/22 del 10 luglio 2019, con cui ha affermato che questa ipotesi non coinvolge l’applicazione del principio di alternatività IVA/registro.

Nel caso delle provviste e dotazioni di bordo, ad esclusione dei carburanti e lubrificanti, la non imponibilità delle cessioni è subordinata alla prova dell’avvenuto imbarco. Lo ha affermato l’Agenzia delle Entrate con la risposta a interpello n. 325 del 30 luglio 2019 con cui ha specificato come ai fini della non imponibilità delle cessioni delle provviste e dotazioni è necessaria la registrazione della fattura d'acquisto su apposito registro ed è inoltre necessario che sulla copia cartacea della fattura il Capitano deve annotare la propria dichiarazione di avvenuto imbarco.

In assenza di provvedimento cautelare o interdittivo emesso dall’autorità giudiziaria, ma in presenza di fatti gravi la sospensione cautelare può essere disposta dal Consiglio di Disciplina, nell’ambito della propria discrezionalità. Lo ha chiarito il CNDCEC con l’emanazione del pronto ordini n. 110 del 30 luglio 2019, con cui ha specificato come nell’ipotesi invece di provvedimento cautelare o interdittivo dell’Autorità Giudiziaria o di sentenza definitiva con applicazione dell’interdizione dalla professione o dai pubblici uffici deve essere disposta la sospensione cautelare del professionista.

Agli esercenti attività commerciali che operano nel settore della vendita al dettaglio di giornali, riviste e periodici è riconosciuto, per gli anni 2019 e 2020, il tax credit edicole parametrato agli importi pagati dal titolare nell’anno precedente a quello dell’istanza di accesso, con riferimento all’IMU, alla TASI, alla COSAP, alla TARI e alle spese di locazione. L’importo massimo riconosciuto, per ogni esercente, ammonta a 2.000 euro e può essere utilizzato esclusivamente in compensazione. E’ quanto previsto dal D.P.C.M. 31 maggio 2019 pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Entro quando va presentata la domanda?

La sospensione per morosità non determina il venir meno dell’obbligo di versare i contributi per le annualità per le quali è stato sanzionato l’iscritto e per le successive. Lo ha chiarito il CNDCEC con l’emanazione del pronto ordini n. 102 del 2019. Nel caso di persistenza della morosità è comunque possibile l’adozione di un nuovo provvedimento da parte del Consiglio di Disciplina, giustificato dalla permanenza dell’obbligo di versare il contributo annuale.

Nell’esecuzione del provvedimento di sospensione disciplinare occorre tener conto del periodo di sospensione cautelare già scontato dal professionista, non potendosi cumulare sospensione cautelare e definitiva. Lo ha chiarito il CNDCEC con l’emanazione del pronto ordini n. 78 del 2019, con cui ha specificato che, per individuare per quanto tempo il professionista sottoposto a sospensione cautelare debba ancora astenersi dall’esercizio della professione, occorre detrarre la durata della sospensione cautelare dalla durata della sospensione disciplinare.

La partecipazione al corso di formazione in materia di antiriciclaggio come docente e non discente può comunque considerarsi valida ai fini dell’assolvimento dell’obbligo di formazione, poiché l’attività di relatore è da considerarsi svolgimento di attività formativa nelle materie oggetto della docenza. Lo ha chiarito il CNDCEC con l’emanazione del pronto ordini n. 85 del 2019, con cui ha specificato come l’iscritto, in linea generale, può adempiere l’obbligo anche con la partecipazione a eventi formativi organizzati da soggetti terzi.

“Estendere l’attività di intermediazione a livello nazionale anche a commercialisti e avvocati”. E’ quanto ha dichiarato il Consigliere nazionale Cunsolo nel corso dell’audizione del CNDCEC svolta dinanzi alla XI Commissione lavoro del Senato sul disegno di legge in tema di semplificazione e codificazione in materia di lavoro, sottolineando che oltre 30.000 iscritti, commercialisti del lavoro, gestiscono e amministrano in continuità il personale per conto di oltre 1.100.000 aziende. La delegazione della categoria ha avanzato anche una serie di proposte specifiche, a partire da quella relativa “all’accorpamento dei sistemi informativi al fine della realizzazione di un portale unico delle comunicazioni in materia di lavoro”.