Studio Venturin Elaborazione Dati

Il decreto Ristori quater interviene su più ambiti che hanno tutti in comune una criticità operativa: la conciliazione tra il beneficio (acconti, proroghe e fondo perduto) e l’andamento delle scale cromatiche delle Regioni. In relazione agli acconti, ad esempio, è necessario chiarire rispetto a quali “termini” si debba verificare il “colore” della zona per fruire dello slittamento senza riserve ovvero se tale termine debba considerarsi rispetto a una determinata data ovvero ancora se sia sufficiente che la regione sia transitata nel “rosso” anche se successivamente ha cambiato colore (al 30 novembre o al 10 dicembre). Proprio dal Ristori quater si attendeva una chiara indicazione normativa; in mancanza, l’unico criterio logico è che, indipendentemente dal tempo di permanenza nella zona ad alto rischio, si presuma sempre il mantenimento generalizzato e integrale del beneficio.

Il versamento del secondo acconto di IRPEF, IRES e IRAP è stato prorogato dal 30 novembre al 10 dicembre per tutti i soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione e la proroga è estesa al 30 aprile per le imprese con un fatturato non superiore a 50milioni di euro nel 2019 e che hanno registrato un calo del 33% del fatturato nei primi sei mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Si tratta di una delle misure previste dal decreto Ristori Quater, approvato dal Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2020. Si amplia anche la platea delle attività oggetto dei contributi a fondo perduto e viene prevista una nuova indennità di 1.000 euro gli stagionali del turismo.

Il rapporto tra la popolazione e gli iscritti all'Albo è progressivamente diminuito raggiungendo i 508 abitanti per ogni Commercialista al 1° gennaio 2020 contro i 555 del 1° gennaio 2008 (-7,9%). Lo ha evidenziato il CNDCEC e la FNC con la pubblicazione del Rapporto 2020 sulla professione. I dati mostrano anche una riduzione della quota di imprese attive per ogni Commercialista iscritto all'Albo che passa da 50 del 2008 a 43,3. Con riferimento ai redditi lo studio mostra che quello medio nel 2019 sale a 60.962 euro facendo registrare una crescita del 2,6%, la più alta dalla crisi del 2008.