In tema di adempimenti e versamenti tributari, il decreto Cura Italia contiene un ginepraio di previsioni: un vero e proprio rebus fiscale che non sembra rispondere appieno alle richieste di “ossigeno finanziario” avanzate da imprese e professionisti e che, soprattutto, contiene misure non omogenee. Infatti, chi non gestisce una delle attività espressamente elencate dal decreto e nel precedente periodo d’imposta ha conseguito ricavi/compensi superiori a 2 milioni di euro, non beneficia di alcuna sospensione dei versamenti, ma soltanto di un differimento “tecnico” di 4 giorni, dal 16 al 20 marzo. Per i soggetti prorogati, invece, il versamento degli importi sospesi scatterà già dal 31 maggio, in un’unica soluzione, oppure in cinque rate mensili di uguale importo da maggio a settembre.