In tema di ne bis in idem, merita particolare attenzione la sentenza della Corte di Giustizia UE nel caso C-524/15, in quanto la questione sollevata è specificamente innestata nella tematica tributaria e, ancora più nel dettaglio, nel comparto delle frodi all’IVA. Con riguardo al cumulo di sanzioni a carico del medesimo trasgressore, in quanto persona fisica, le risposte possono essere soltanto due: una (garantista) che impedisca tout-court la doppia punizione, l’altra (radicale) che ammetta la sovrapposizione. Entrambe le soluzioni possono, tuttavia,essere insoddisfacenti, vuoi per eccesso vuoi per difetto, in riferimento al principio di proporzionalità della punizione rispetto all’offesa. Ed è proprio sul crinale della “giusta pena” che si sviluppa il ragionamento della Corte.