Studio Venturin Elaborazione Dati

Il Parlamento svizzero ha approvato la versione definitiva della legge federale sulla riforma fiscale e il finanziamento dell'AVS, il pilastro centrale della previdenza obbligatoria sociale svizzera. Tra le misure, un’ampia riduzione delle aliquote d'imposta cantonali applicate ai profitti delle società. L'obiettivo è quello di garantire l'attrattività fiscale a lungo termine della Svizzera come sede commerciale e per attività imprenditoriali oltreché per la gestione dei patrimoni garantendo un adeguato livello di gettito fiscale. La manovra - che entrerà in vigore dal gennaio 2019 - è in attesa del giudizio della UE che verificherà se effettivamente verranno aboliti i privilegi fiscali internazionali - oggi non più accettati - in particolare quelli accordati alle società.

Tra le varie misure inserite nel capitolo dedicato alla pace fiscale, il decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2019 annovera anche lo stralcio automatico delle cartelle di pagamento di importo non superiore a mille euro, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni. Nessun adempimento - né dichiarativo, né di versamento - deve essere quindi posto in essere dai contribuenti, che non saranno tenuti a corrispondere quanto dovuto. La perdita di gettito ad oggi stimata è pari a 524 milioni di euro in 6 anni. Una cifra comunque inferiore alla spesa necessaria per il recupero delle stesse somme.

Abolizione dell’Irap, accesso al piano “Industria 4.0” per sostenere i processi di aggregazione, anche societaria, tra i professionisti, attraverso una detassazione delle Stp tra giovani professionisti nella fase di start-up, ampliamento del novero delle spese per investimenti infrastrutturali da portare in deduzione, agevolazioni previste per le imprese per la promozione delle attività locali sono alcune proposte di Confprofessioni presentate in audizione, in Commissione Finanze della Camera, sul progetto di legge sulla semplificazione fiscale.

Può beneficiare del regime di esenzione dall’Iva previsto per le prestazioni proprie dei brefotrofi, orfanotrofi, asili, case di riposo per anziani e simili, l’azienda agricola che stipula convenzioni con alcuni comuni per realizzare interventi, percorsi aventi l’obiettivo di agevolare l’integrazione socio-educativa di minori che si trovano in situazioni di disagio. Lo ha chiarito l’Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 77/E del 16 ottobre 2018. Assume particolare rilevanza il carattere oggettivo delle prestazioni che sono rese.

Disponibili, all’interno dell’area riservata del sito istituzionale del CNDCEC, i documenti che contengono le istruzioni operative per permettere agli ordini territoriali di trasmettere i dati relativi ai crediti formativi che sono stati acquisiti dai soggetti iscritti nell’anno 2017. Lo ha messo in evidenza il Consiglio Nazionale con la nota informativa n. 79 del 15 ottobre 2018. All’interno del primo documento sono indicate le caratteristiche che deve avere la web api (connessione informatica per la trasmissione dei dati) ai fini della comunicazione dei crediti. Nel secondo documento sono contenute le specifiche per l’invio di un file con i dati necessari.

L’Agenzia delle Entrate, con il principio di diritto n. 6 del 2018, chiarisce che non è agevole presumere il “depotenziamento” a fini elusivi di una società neo costituita che ha maturato perdite ante fusione derivanti da costi sostenuti nell’esercizio dell’attività ordinaria di gestione, e che non ha ancora ottenuto le autorizzazioni necessarie per lo sviluppo del proprio core business. In tale circostanza è superato il test di vitalità previsto dal TUIR per consentire il riporto delle perdite fiscali nell’ipotesi in cui vengano effettuate operazioni straordinarie quali le fusioni societarie.

Sono senza dubbio da condividere gli obiettivi sottesi al recepimento della direttiva ATAD nell’ordinamento italiano, costituiti dal contrasto ai fenomeni di erosione delle basi imponibili derivanti dai rapporti tra contribuenti sia all’interno dell’Unione europea sia con Stati terzi. Così il CNDCEC in audizione in Senato. Nell’ordinamento italiano, peraltro, sono già presenti misure antielusive che soddisfano gran parte degli standard minimi previsti dalle direttive ATAD 1 e 2. Lo schema di decreto attuativo opera pertanto un restyling delle discipline già presenti. Non mancano tuttavia aspetti particolari che, a parere del CNDCEC, possono essere diversamente regolati.