Nelle ultime ore l'abolizione del redditometro sembrerebbe uscita dall'agenda del Governo che si prepara ad approvare il decreto Dignità: questo metodo di accertamento dovrebbe, quindi, resistere all'interno dell'ordinamento. Peraltro, a differenza del passato, il redditometro ha oggi una maggiore credibilità ed è sicuramente un bene che lo strumento non venga abolito. La riflessione legislativa ed amministrativa da fare, però, deve ora essere un'altra: per cominciare ad apprezzare un reale "cambiamento" del quadro politico, forse non serve abrogare, ma cominciare a rendere possibili le procedure di giustificazione dall’accertamento redditometrico, imponendo di accettare, nei casi di scostamenti non rilevanti, anche il verosimile e non solo il rigorosamente documentato.