Un passo indietro e uno in avanti: il fisco UE ondeggia con tempi alternati. La digital tax è rinviata sine die: l’ago della bilancia si sposta ora su OCSE e G20 alla ricerca di un accordo condiviso. Bruxelles non è in grado di definire all’interno dell’Unione europea un’intesa solida tra gli Stati membri: troppe le divergenze tra Irlanda, Lussemburgo, Paesi nordici ed Estonia, da un lato, e Francia e Germania dall’altro. Un numero crescente di Stati UE, inoltre, implementerà la web tax in via autonoma. Luce verde, invece, su un’altra imposta altamente dirimente, quella sulle transazioni finanziarie, che ha l’obiettivo (formale) di calmierare i mercati azionari, le speculazioni e le borse e di garantire un gettito extra agli Erari nazionali dei Paesi UE.