Studio Venturin Elaborazione Dati

Con la sottoscrizione del protocollo d’intesa previsto dal decreto Rilancio, parte la campagna di controlli della Guardia di Finanza sulla spettanza dei contributi a fondo perduto previsti dal D.L. n. 34/2020 e dai decreti Ristori. A tal fine la Guardia di Finanzia potrà utilizzare l’applicazione “Serpico profilato”, che consentirà l’acquisizione dell’esito delle istanze presentate ai fini dell’ottenimento dei contributi, per i controlli di competenza in merito alla sussistenza dei requisiti previsti dalla legge. In caso di violazione sono previste sanzioni amministrative e penali.

La legge Europea 2019-2020 prevede, tra le altre, la chiusura della procedura di infrazione n. 2018/2273 in materia di contratti pubblici. Tuttavia, gli emendamenti che avrebbero dovuto permettere di raggiungere tale risultato appaiono già destinati all’oblio. Il decreto Sblocca cantieri e il decreto Semplificazioni hanno già tentato di risolvere l’infrazione, prevedendo a determinate condizioni la facoltà di escludere dagli appalti gli operatori che non hanno ottemperato agli obblighi relativi al pagamento delle imposte e tasse o dei contributi previdenziali non definitivamente accertati. L’intervento non è stato però risolutivo. La legge Europea avrebbe potuto rappresentare una nuova chance per chiudere davvero la procedura d’infrazione. Resta la legge di Bilancio 2021, in cui figurano le stesse modifiche: sarà l’ultima possibilità?

In tema di accertamento sintetico, la prova contraria a carico del contribuente può riguardare sia la disponibilità di redditi ulteriori rispetto a quelli dichiarati, sia la documentazione di circostanze sintomatiche che ne denotano l'utilizzo per effettuare le spese contestate. Con la sentenza n. 28157, depositata il 10 dicembre 2020, la Corte di Cassazione ha confermato il proprio orientamento.

Non è automaticamente attendibile un dato solo perchè proveniente da un Ente territoriale: è infatti comunque necessaria una sua valutazione da parte del giudice in merito alla gravità, precisione e concordanza, necessari per fondare un accertamento analitico induttivo. Lo ha precisato la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 28175 depositata il 10 dicembre 2020.

A che punto è effettivamente il sistema informatico del processo tributario in Italia? In attesa di una modifica dell’art. 27 del decreto Ristori in sede di conversione in legge, dovrebbe forse chiarirlo il MEF, poiché le attuali ordinanze delle Commissioni tributarie, con regole diverse a seconda del luogo di competenza territoriale, stanno generando un livello differenziato di tutela dei processi, nemmeno parametrato alla “zonizzazione” (rossa, gialla, arancione) creata per misurare la diffusione del Covid-19, che collide fortemente con l’urgenza di garantire un trattamento uniforme al diritto di difesa ovunque si incardini la causa, a prescindere dalla residenza delle parti e/o dalla capacità o meno della macchina organizzativa delle Commissioni di superare le criticità del sistema. Le diseguaglianze “a macchia di leopardo” nel diritto di difesa dei contribuenti dovrebbero essere semplicemente rimosse, il prima possibile.