Il contributo addizionale NASpI (pari all’1,4%) dovuto dai datori di lavoro privati che stipulano contratti a termine, anche in somministrazione, si applica alla generalità dei rapporti non a tempo indeterminato, fatte salve una serie di eccezioni che nel tempo sono state chiarite e ampliate dal legislatore. Il decreto Dignità ha previsto un aumento dello 0,5% del contributo in caso di rinnovo dei contratti a tempo determinato, anche in somministrazione. L’INPS ha riepilogato, con la circolare n. 91 del 2020, i casi in cui le aziende non sono tenute a versare il contributo addizionale.