Nel draft budgetary plan presentato dal Governo italiano alla Commissione europea ad ottobre si prevedeva, per il 2019, un rapporto deficit/PIL pari al 2,4%, un quadro che non è stato “accettato”. Il combinato disposto di questo elemento, con le conseguenze di una possibile procedura di infrazione, hanno determinato un cambiamento di posizione del Governo che ha rivisto sia la misura dei propri interventi, sia la previsione di crescita del PIL. Se dal punto di vista numerico, e ancor più per ciò che riguarda la concreta portata dei provvedimenti, bisognerà ancora attendere qualche giorno, è lecito dubitare che questo “accordo” rappresenti la conclusione del conflitto. Ma il quadro che emerge è, per essere generosi, confuso e contraddittorio. E’, quindi, plausibile che quanto definito richieda aggiustamenti in corso d’anno e, prevedibilmente, nuovi conflitti e tensioni a cavallo delle elezioni europee del 2019…