Fisco

Ai fini della detrazione IVA, è molto importante identificare correttamente il momento di ricezione della fattura elettronica. Come chiarito dall’Agenzia delle Entrate, infatti, il diritto alla detrazione può essere esercitato dalla data in cui l’IVA diventa esigile e il cessionario/committente possiede la fattura. Pertanto, quando una fattura elettronica si considera ricevuta? Sempre in base alle indicazioni delle Entrate, la e-fattura si intende ricevuta quando viene recapitata dal Sistema di Interscambio all’indirizzo telematico comunicato preventivamente all’Agenzia stessa. Cosa succede in caso di mancato recapito per motivi tecnici?

Il Regno Unito rimarrà o meno all’interno di un'unione doganale “speciale” con l'UE dopo la Brexit? E’ un interrogativo ineludibile come importanti sono le possibili modifiche che incombono sul sistema dell’imposta sul valore aggiunto, in particolare sull’IVA intrastat con riferimento a cessioni di beni o prestazioni di servizi tra Londra e gli altri Paesi membri dell’Unione europea. Due le probabili strade che saranno intraprese: una nuova forma, o modello, doganale e una riscrittura dell’IVA. Le aziende e gli operatori che hanno instaurato (o che pensano di creare) rapporti commerciali con i partner britannici dovranno prepararsi alle novità. Ma il fattore tempo sembra giocare a favore…

Il decreto Dignità abolisce per il 2018 l’obbligo di comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute per i produttori agricoli che applicano il regime che consente di non versare l’IVA e di non adempiere agli obblighi documentali e contabili, compresa la presentazione della dichiarazione annuale, quando il volume d’affari realizzato nell’anno solare precedente non è superiore a 7.000,00 euro ed è costituito per almeno 2/3 da cessioni di prodotti agricoli e ittici. L’abolizione dello spesometro per tali soggetti, da relativa, diventa assoluta, non riguardando più soltanto gli agricoltori in regime di esonero che svolgono la propria attività in prevalenza in terreni montani.

Quali criteri devono utilizzare le associazioni e le società sportive dilettantistiche per verificare il limite dei proventi commerciali, pari a 400.000 euro, per poter accedere al regime forfetario? La risposta viene fornita dall’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 18/E del 2018, nella quale si precisa anche che nell’ipotesi di superamento del limite di 400.000 euro, il regime forfetario cessa a partire dal mese successivo a quello in cui il predetto limite risulta superato. Ma la disposizione non distingue tra il regime agevolativo IVA rispetto a quello riguardante le imposte sui redditi. Pertanto, una volta superata la soglia di 400.000 euro si determinano due periodi soggetti a due distinti regimi tributari.

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno fornito, con apposito documento del mese di luglio 2018, un quadro riepilogativo dei principali strumenti a disposizione per la tutela del patrimonio (wealth planning), mettendo in evidenza, per ciascuno di essi, l’inquadramento giuridico e i profili di carattere fiscale. Tra i vari strumenti considerati dai due enti figurano l’intestazione fiduciaria, i prodotti assicurativi, il trust.

Con la definizione del nuovo assetto organizzativo dell’Agenzia delle Entrate verranno istituite, all’interno degli uffici provinciali-territorio, alcune aree appositamente dedicate ai servizi catastali/cartografici, ai servizi di pubblicità immobiliare ed estimativi, nonché all’osservatorio del mercato immobiliare. Lo ha messo in evidenza l’Agenzia delle Entrate tramite comunicato stampa datato 6 agosto 2018. Per quanto concerne le direzioni provinciali di maggiore dimensione, nelle quali sono presenti diversi uffici territoriali, al fine di ridurre il sovraffollamento le medesime avranno la possibilità di unificare le attività che concernono rimborsi Iva e/o la liquidazione, il controllo e i rimborsi relativi agli atti pubblici e alle dichiarazioni di successione. Previsto l’affidamento all’ufficio legale delle attività di riscossione. Il nuovo modello sarà operativo entro la fine del 2018.

Diminuiscono del 3,1% le entrate tributarie erariali relative al primo semestre del 2018, rispetto all’analogo periodo del 2017. Lo ha evidenziato il Ministero dell’Economia e delle Finanze con il comunicato stampa n. 126 del 6 agosto 2018. Il decremento, pari a 6,4 miliardi, è dovuto allo slittamento al mese di luglio dell’autoliquidazione e dell’acconto dell’imposta sulle assicurazioni.

L’Unione europea ha risposto alla politica protezionistica degli USA con due regolamenti che prevedono l’applicazione di dazi supplementari in due fasi: nella prima, del valore del 10% e del 25%; nella seconda, del 10%, 25%, 35% e 50% a decorrere dal 1° giugno 2021 o dal quinto giorno successivo all’adozione dell’eventuale decisione dell'organo di risoluzione delle controversie dell'OMC, se precedente. Ma la contromossa europea non ferma gli Stati Uniti che promettono dazi anche nel settore dell’automotive. L’UE si mobilita: nessun dazio sulle auto europee e impegno comune per risolvere le questioni relative ai dazi su acciaio e alluminio. E’ l’alba di un nuovo giorno?

Dalle prime indicazioni emerse dal super vertice di Governo della scorsa settimana sembra inevitabile che la concreta attuazione della flat tax avvenga a “scartamento ridotto” e dovrebbe interessare i soggetti di minori dimensioni in possesso della partita IVA: le soglie di ricavo o di compensi dovrebbero essere elevate in modo da aumentare il numero di soggetti che potranno fruire del regime forfetario ed applicare sull’intero reddito prodotto l’unica aliquota del 5 o del 15%. Per il momento, quindi, nessuna tassa piatta per le società di capitali e per le famiglie; il rinvio sembra dovuto esclusivamente alla mancanza di risorse e alle necessità di non aumentare il deficit di bilancio. Tuttavia, per rispettare l’esigenza generalizzata di riduzione della pressione fiscale nei confronti di tutti i contribuenti, la riforma dell’IRPEF non potrà attendere troppo a lungo.

Rispetto a quanto avviene normalmente, i rimborsi superiori a 4.000 euro derivanti dal modello 730 non avvengono direttamente in busta paga ma sono accreditati, sul conto corrente o con vaglia della Banca d’Italia, dall’Agenzia delle Entrate. Il rimborso avviene dopo l’effettuazione di opportuni controlli atti a verificare la coerenza di alcuni dati. Quest’anno le regole per effettuare i controlli sono dettate dal provvedimento del 25 giugno 2018, che individua gli elementi di incoerenza nello scostamento per importi significativi dei dati che risultano nei modelli di versamento, nelle certificazioni uniche e nelle dichiarazioni dell’anno precedente, nonché nella presenza di altri elementi di significativa incoerenza rispetto ai dati inviati da enti esterni o a quelli esposti nelle certificazioni uniche.