Somministrazione a tempo determinato: meno flessibile e più onerosa per le imprese

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Il decreto Dignità è intervenuto sulle regole e sui limiti di gestione dei rapporti di lavoro in somministrazione a tempo determinato. La nuova disciplina dei contratti a termine si applica, con i necessari adattamenti, anche a questa tipologia contrattuale che diviene meno flessibile e più onerosa per il datore di lavoro, a seguito dell’inasprimento della contribuzione addizionale, pari all'1,4% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali. In particolare, al contratto di somministrazione a termine si applica la durata massima di 24 mesi, l’obbligo di indicare una causale dopo 12 mesi, il numero massimo di 4 proroghe possibili nonché il limite massimo di assunti a termine, pari ora al 30% dell’organico. Quali sono le ulteriori regole applicabili?

Fonte: IPSOA – Informazione quotidiana su fisco, lavoro e pensioni, bilancio, gestione d’impresa e finanziamenti.

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